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Lo sapevi che la pelle invecchia anche in ufficio?

Lo sapevi che la pelle invecchia anche in ufficio?

Non bastava il sole ad invecchiare la pelle. Studi scientifici hanno dimostrato che la pelle del viso, esposta alla luce di dispositivi elettronici come computer, smartphone, tablet, TV e alla illuminazione delle lampadine LED, invecchia precocemente. Si tratta di un processo di skin aging lento e progressivo che si somma ad altri fattori di rischio come età, esposizione diretta al sole, abitudine ad alcol e fumo, inquinamento atmosferico.

Come fa la luce a invecchiare la pelle?

Al mare, in montagna, in città e adesso anche in ufficio, la nostra pelle è uno dei principali bersagli dello stress ossidativo causato dall’esposizione ai raggi solari e alla luce dei dispositivi elettronici. Il legame tra invecchiamento della pelle e stress ossidativo è scientificamente ben documentato. In particolare, l’invecchiamento cutaneo associato al fotoaging, cioè all’esposizione alla luce, insieme all’esposizione solare contribuisce ad aumentare quei fattori epigenetici, ovvero che derivano dall’ambiente, in grado di modificare il DNA delle nostre cellule.

Infatti, la luce dei dispositivi elettronici e della luce LED agisce sul derma surriscaldandolo e favorendo così la disidratazione e il deterioramento delle fibre collagene. Nel lungo periodo, la somma di diversi fattori, tra cui età, fumo di sigaretta, qualche aperitivo e drink in più, ma anche il tempo passato davanti a computer e smartphone, contribuisce ad alterare le funzioni della nostra pelle, modificando l’espressione di piccole porzioni di geni (Snips) presenti nel Dna. Questo è all’origine dei segni dell’invecchiamento cutaneo precoce, sia nei maschi che nelle femmine, senza distinzione.

Viso, occhi e occhiaie: noi ringiovaniamo con Lipogems

Tra i primi segni di danni da photoaging, occhiaie e rughe nel contorno occhi, ma anche perdita di tono della pelle del viso.
Si tratta di segni di invecchiamento precoce che possono comparire anche in persone giovani. La medicina e la chirurgia estetica moderna possono aiutare a correggere i segni dell’invecchiamento, ripristinare i volumi del volto, correggere le occhiaie che appesantiscono lo sguardo e le rughe intorno agli occhi. Ma la chirurgia estetica rigenerativa con il metodo Lipogems fa di più, perché aiuta le cellule della pelle a rigenerarsi grazie all’efficacia scientificamente dimostrata delle cellule staminali mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo (grasso) microframmentato prima di essere infiltrate dove serve.

Non si tratta di lipofilling, che consiste nella tecnica di infiltrazione di grasso autologo, ma di una tecnica rigenerativa che utilizza le proprietà antinfiammatorie e rigenerative delle cellule staminali contenute nel nostro grasso. È proprio nel processo di microframmentazione che le cellule staminali vengono attivate in modo che le staminali mesenchimali lavorino nel modo più naturale possibile per mesi.

Applicata alla chirurgia estetica del volto, al lifting e alla blefaroplastica, la tecnica Lipogems di cui il professor Carlo Tremolada ha la paternità del brevetto, è un trattamento innovativo che permette di:

  • eliminare i segni delle ecchimosi (ematomi), del gonfiore e del dolore dopo l’intervento, grazie alle potenti proprietà antinfiammatorie delle cellule staminali mesenchimali prelevate con il metodo Lipogems.
  • avere un recupero immediato dopo l’intervento: l’assenza di ematomi, gonfiore e dolore non necessita di doversi prendere del tempo dal lavoro nè dalla propria vita sociale e famigliare
  • migliorare la tonicità cutanea del viso e ridurre le rughe in modo uniforme
  • ripetere il Lipogems ogni volta sia necessario.

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